Patriarchal Proclamation "Pascha 2009"
- Δημιουργηθηκε στις Σάββατο, 11 Απριλίου 2009
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Γράφτηκε από τον/την Romfea.gr
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Γαλλικά και Ρωσικά.
ΑΓΓΛΙΚΑ
BARTHOLOMEW
By the Grace of God
Archbishop of Constantinople, New Rome And Ecumenical Patriarch
To the Plenitude of the Church
Grace, Peace and Mercy
By the Savior Christ Risen in Glory
Dearly beloved brothers and children in the Lord,
Christ is Risen!
In sullenness, one day in the 19th century, humankind heard from the lips of the tragic philosopher: “God is dead! We killed him! All of us are his murderers … God will remain dead! What else are the churches but tombs and graves of God?”[1] And only a few decades later, we heard from the lips of his younger colleague: “Gentlemen, I declare to you the death of God!”[2]
These declarations of atheist philosophers shook the conscience of people. Much confusion ensued in the field of the spirit and of literature, of art and sometimes even of Theology, where, especially in the West, there was debate even about a “Theology of the death of God.”
Of course, the Church never had the slightest doubt that God had died. This occurred in 33AD, on the hill of Golgotha in Jerusalem, in the reign of Pontius Pilate, the Roman Governor of Judaea. After suffering an unspeakable passion, He was crucified as a criminal and, at about the ninth hour of the Preparation of the Passover, he said:
“It is accomplished!” and surrendered His spirit. This is an unquestionable historical reality. The Only-begotten Son and Word of God, Jesus Christ, the true God, died for our sake.[3] After assuming everything that we have: body, soul, will, energy, toil, agony, pain, sorrow, joy, all things except sin, he finally assumed our greatest concern, namely death – indeed, in its most cruel and humiliating expression, namely on the Cross. To this point, we are in agreement with the philosophers. We would even accept that the churches, the temples, are “the tombs and graves of God.”
Nevertheless … we recognize, experience and worship this God who has died, as “a most life-giving dead.” Only moments after that awful Preparation, in the morning watch of “the first of the Sabbath,” on the day of the Lord, what occurred was the reason for which the divine economy of the flesh, passion, cross and descent into Hades took place. The Resurrection!
And this Resurrection is an equally unquestionable historical reality! This reality has immediate and salvific consequences for all of us. The Son of God, who is at the same time the Son of Man, was risen.
God was resurrected together with all of humanity that He assumed: in the Body that He received from the pure blood of the Most Holy Theotokos as well as in His sacred soul. He was risen from the dead, “resurrecting the whole of Adam in His loving-kindness.
” Christ’s grave, the “empty tomb” of Joseph, is forever empty. Instead of being a grave for the dead, it is a memorial of victory over death; it is a fountain of life! The spiritual Sun of Righteousness has dawned “beautiful, as from a grave,” granting the unwaning light, peace, joy, gladness, and eternal life. It is true that the temples were the “tombs” of God, but they were empty tombs, filled with light and replete with “the fragrance of life”[4] and the smell of Paschal spring, brilliant, splendid, adorned in glory and with life-giving flowers of tangible hope.
The death of God overturned the powers of Hades; death itself was reduced to nothing more than a mere incident introducing humanity from death to Life. The Churches, those “tombs of God,” are the wide-open gates of divine love, the opened entrance to the Bridal chamber of God’s Son, who “came out of the tomb as from a Bridegroom,” while we faithful enter therein and “celebrate the death of death, the annihilation of Hades, the beginning of a new, eternal way of life; and, thus rejoicing, we offer hymns to the cause, namely the only blessed and glorious God of our fathers.”[5]
It is fortunate, then, that God died because His death became the source of our life and resurrection. It is fortunate that there are so many of His “tombs” throughout the world, so many sacred temples, where each of can freely enter when we are in pain, tired, and in need of consolation in order lay before God the burden of our suffering, agony, fear and insecurity – namely, in order to become rid of our death.
It is fortunate that we have Churches of the crucified, dead, risen and living Christ, where before the hopelessness of our time, the betrayal of all idols, the “lowly gods” that have stolen our hearts, such as the economy, the ideology, the philosophy, the metaphysics and all those “empty deceits”[6] of our “age of deception,”[7] we can find refuge, comfort and salvation.
From the Ecumenical Patriarchate, the Mother Church, which experiences to the utmost the Passion, Pain, Cross, and Death, as well as the Resurrection of Christ, we extend to all the faithful of the Church our wholehearted Paschal greeting and blessing, together with the embrace of our Lord Jesus Christ, who was risen from the dead and lives eternally, granting life to all people. To Him be glory, might, honor and worship, with the Father and Holy Spirit, to the ages. Amen.
Holy Pascha 2009
BARTHOLOMEW of Constantinople
Your fervent intercessor
before the Risen Christ
ΙΤΑΛΙΚΑ
+ B A R T O L O M E O
PER GRAZIA DI DIO
ARCIVESCOVO DI COSTANTINOPOLI – NUOVA ROMA
E PATRIARCA ECUMENICO A TUTTO IL PLEROMA DELAL CHIESA
GRAZIA, PACE E MISERICORDIA
DAL GLORIOSO CRISTO SALVATORE RISORTO
Fratelli e Figli amati e desiderati nel Signore,
CRISTO E’ RISORTO!
Un certo giorno del XIX secolo, la umanità triste ha sentito dalla bocca di un filosofo tragico che : “Dio è un morto! Lo abbiamo ucciso… e noi tutti siamo i suoi assassini…Dio resterà morto!| Che altro sono le Chiese se non tombe e sepolcri di Dio! (F.Nietsche) E ancora qualche decennio più tardi, dalla bocca di un nuovo suo omologo, che “Dio è morto! Vi annuncio, signori, la morte di Dio”(J.P.Sartre)
Queste dichiarazioni dei filosofi atei hanno turbato le coscienze degli uomini.
Ne è derivata una grande confusione nel campo dello spirito e della letteratura, dell’arte e pure di una certa Teologia, dove, specialmente in Occidente, si è iniziato a dar voce anche a una “Teologia della morte di Dio”.
La Chiesa naturalmente non ha mai avuto e non ha alcun dubbio che Dio sia morto. Questo è avvenuti nel 33 d.C., sul monte Golgothà a Gerusalemme, sotto Ponzio Pilato, il Governatore Romano della Giudea. Dopo che ha sofferto una Passione inaudita, è stato crocifisso come un malfattore e, verso l’ora nona del Venerdì, disse “E’ compiuto!” e rese lo spirito. Questa è una realtà storica innegabile.
L’Unigenito Figlio e Logos di Dio, Gesù Cristo, il Dio vero, è morto “a favore di tutti” di uomini (2 Cor 5,14). Dopo che aveva assunto tutte le nostre cose: corpo, anima, volontà, attività, fatica, agonia, dolore, tristezza, sconforto, gioia, ogni cosa, eccetto il peccato, ha preso su di sé, alla fine, anche la nostra più grande questione, la morte, e ovviamente nel modo più tormentoso ed umiliante, cioè la Croce.
Fin qui concordiamo con i filosofi. Accetteremmo anche che la chiese, i templi, siano “le tombe”, “i sepolcri” di Dio!. Tuttavia!…
Noi conosciamo, viviamo e adoriamo il Dio vivente, come “un morto che è a capo della vita”! Poco dopo lo spaventoso Venerdì, agli albori di “uno dei sabati”, la Domenica, è avvenuto ciò per cui tutto, attraverso la carne e la passione e la Croce e la discesa agli Inferi è divenuto economia di Dio: la Resurrezione!…
E questa, la Resurrezione, è allo stesso modo una realtà storica innegabile.
E questa realtà ha conseguenze immediate e salvifiche per tutti noi. E’ risorto il Figlio di Dio, il Quale è allo stesso tempo anche Figlio dell’Uomo! E’ risorto Dio, con tutto il bagaglio della umanità: il Corpo che ha preso dalla natura immacolata della Santissima Madre di Dio, e la Sua Santa Anima.
E’ risorto dai morti, “ha rigenerato Adamo risorgendo come Amico degli uomini”. La Tomba di Gesù, il “sepolcro nuovo” di Giuseppe, è ormai per sempre vuoto. Anziché un sepolcro funerario, è sepolcro di vittoria sulla morte, è fonte di vita! Il nuovo Sole di Giustizia è sorto “bello dalla tomba”, donando luce che non ha tramonto, pace, gioia, esultanza, vita eterna!. Si, i templi sono le “tombe” di Dio!
Ma Tombe vuote, piene di luce, piene di “odore di vita”(2 Cor 2,16), di profumo pasquale primaverile, belle, incantevoli, rivestite con mirto di gloria e con fiori di palpabile speranza, tombe vivificanti e testimoni di vita. La morte di Dio, ha riportato indietro le forze dell’Ade.La morte è stata disprezzata di più nel semplice episodio che introduce l’uomo dal vivere alla Vita.
Le Chiese, “le tombe” di Dio sono porte spalancate dell’Amore di Dio, ingressi aperti del tutto dello Sposo, Suo Figlio, che “come Sposo giunge dal sepolcro”, mentre noi fedeli che vi entriamo “festeggiamo la morte della morte, la distruzione dell’ade, la primizia di un’altra vita, eterna, e cantiamo tripudianti colui che ne è la causa, il solo benedetto Dio dei padri più che glorioso”.(Tropario 7° ode Canone di Pasqua)
Per fortuna dunque, che Dio è morto e la Sua morte e divenuta la nostra vita e resurrezione!
Per fortuna che esistono tanti “sepolcri” nel mondo, tanti santi templi, dove può entrare liberamente colui che è addolorato, per “scaricare” la propria morte. Per fortuna che esistono le Chiese del Cristo Crocifisso, Morto, Risorto ed eternamente Vivente, dove l’uomo disperato dei nostri giorni, tradito da tutti gli idoli, da tutti i “deùcci” che hanno rubato il suo cuore, cioè l’economia, la ideologia, la filosofia, la metafisica e tutti i restanti “vuoti raggiri“ (Col. 2,8) di questo tempo “fallace”(Inno Akathistos), - trova rifugio, consolazione e salvezza.
Dal Patriarcato Ecumenico, la Madre Chiesa che vive nel suo essere la Passione, il Dolore, la Croce e la Morte e allo stesso tempo anche la Resurrezione del Dio-Uomo, rivolgiamo di cuore a tutti i figli della Chiesa il saluto pasquale e la benedizione, assieme al bacio d’amore di Cristo Gesù, risorto dai morti, che vive in eterno e vivifica l’uomo.
A Lui la gloria, la forza l’onore e la adorazione, insieme al Padre ed allo Spirito Santo, nei secoli. Amen
Santa Pasqua 2009
Il Patriarca di Costantinopoli
fervente intercessore presso Cristo Risorto
per tutti voi
ΓΕΡΜΑΝΙΚΑ
Osterbotschaft des Ökumenischen Patriarchen Bartholomaios,durch Gottes Erbarmen Erzbischof von Konstantinopel, dem Neuen Rom,und Ökumenischer Patriarch allem Volk der Kirche Gnade, Friede und Erbarmen
von Christus, dem in Herrlichkeit auferstandenen Erlöser
Brüder, im Herrn geliebte Kinder,
Christus ist auferstanden!
Traurig vernahm im 19. Jahrhundert die Menschheit aus dem Mund des tragischen Philosophen: „Gott ist tot! Gott bleibt tot! Und wir haben ihn getötet! … Wir alle sind seine Mörder! … Was sind denn diese Kirchen noch, wenn sie nicht die Grüfte und Grabmäler Gottes sind?“ (Friedrich Nietzsche). Und wenige Jahrzehnte später aus dem Mund eines Gleichgesinnten: „Gott ist gestorben! Ich verkündige euch, ihr Herren, den Tod Gottes!“ (Jean Paul Sartre).
Diese Botschaften atheistischer Philosophen haben die Gewissen der Menschen verwirrt. Es folgte eine große Konfusion auf dem Gebiet des Geistes, in der Literatur, der Kunst, und sogar in der Theologie, vor allem der im Westen, begann man, von der sogenannten „Theologie des Todes Gottes“ zu reden.
Die Kirche selbst hat nie daran gezweifelt, dass Gott gestorben ist. Das geschah im Jahre 33 nach Christus auf dem Golgothahügel von Jerusalem zu der Zeit, als Pontius Pilatus römischer Statthalter von Judäa war.
Nach unvorstellbaren Qualen wurde der Mensch gewordene Gott wie ein Verbrecher gekreuzigt, rief um die neunte Stunde des Rüsttags „Es ist vollbracht!“ und gab den Geist auf. Das ist eine unbestreitbare historische Gegebenheit. Der einziggeborene Sohn, das Wort Gottes, Jesus Christus, der wahre Gott, ist für alle Menschen gestorben (2 Kor 5,14).
Da er alles angenommen hatte, was zum Menschsein gehört, Leib, Seele, Wollen, Handeln, Mühsal, Angst, Schmerz, Trauer, Klage, Freude – alles außer der Sünde – hat er schließlich auch unsere größte Beschwernis, den Tod, auf sich genommen, und diesen in seiner qualvollsten und erniedrigendsten Gestalt: als Tod am Kreuz. Bis hierhin pflichten wir den Philosophen bei. Ja wir können auch noch akzeptieren, dass unsere Gotteshäuser die „Grüfte“, die „Grabmäler“ Gottes sind! Jedoch!… Wir kennen, erleben und verehren den gestorbenen Gott als „jenen Toten, der das Leben selbst in sich birgt“. Nur kurze Zeit nach diesem furchtbaren Freitag, im Morgengrauen des ersten Tags nach dem Sabbat, am Sonntag, dem Tag des Herrn, ereignete sich das, worin sich alles vollendete, was Gott im Fleisch, im Leiden, am Kreuz und in seinem Abstieg zum Hades für uns getan hat: die Auferstehung! Und diese Auferstehung ist ebenso sehr eine unbestreitbare historische Gegebenheit! Und diese Gegebenheit hat unmittelbare und heilsame Konsequenzen für uns alle. Auferstanden ist der Sohn Gottes, der zugleich auch der Sohn des Menschen, der Menschensohn, ist.
Auferstanden ist Gott mit allen Attributen des Menschseins: mit dem Leib, den er aus dem allreinen Blut der allheiligen Gottesgebärerin empfangen hat, und mit seiner heiligen Seele. Er ist von den Toten auferstanden „und hat in seiner Menschenliebe Adams ganzes Geschlecht mitauferweckt“! Das Grab Jesu, das neue Grab, ist seitdem und für alle Zeiten leer! Statt eines Grabmals ist es ein Siegesmal, ein Mal des Sieges über den Tod und insofern Quelle des Lebens!
Die geistige Sonne der Gerechtigkeit ist „in Schönheit aus dem Grab“ aufgegangen und schenkt uns das abendlose Licht, Frieden, Freude, Jubel, ewiges Leben. Gewiß, die Gotteshäuser sind die „Grüfte“ Gottes! Aber leere Grüfte, erfüllt von Licht, erfüllt vom „Wohlgeruch des Lebens“ (2 Kor 2,16), vom frühlingshaft-österlichem Duft des Öls der Salbung, Grüfte der Schönheit, der Anmut, geschmückt mit Myrten des Lobpreises und Blüten greifbarer Hoffnung, Grüfte, die Leben bergen und Leben spenden! Der Tod Gottes hat die Mächte der Unterwelt bezwungen.
Der Tod ist nur noch eine „Episode“, eine Passage, durch die der Mensch vom biologischen zum wahren, ewigen Leben gelangt. Die Kirchen, die „Grüfte“ Gottes, sind die weit geöffneten Pforten der Liebe Gottes, die unverwehrten Zugänge zum Brautgemach seines Sohnes, der „wie ein Bräutigam aus seiner Kammer hervorgegangen“ ist, während wir Gläubige, indem wir eintreten, „die Tötung des Todes, die Vernichtung des Hades, den Anfang des neuen ewigen Lebens feiern und jubelnd den Heiland, unserer Väter einzig gesegneten und überaus verherrlichten Gott“ besingen (Troparion der siebten Ode des Osterkanons).
Es ist also zu unserem Heil, daß Gott gestorben ist, denn sein Tod wurde unser Leben und unsere Auferstehung! Es ist zu unserer Rettung, daß es so viele „Grüfte“ Gottes in der Welt gibt, so viele Gotteshäuser, die der leidende, ermattete und trostbedürftige Mensch unbehindert aufsuchen kann, um da die Last seines Schmerzes, seiner Sorge, seiner Angst und seiner Unsicherheit abzuladen, sich von der Last seines Todes befreien zu lassen.
Es ist eine Gnade, daß es Häuser dessen gibt, der für uns gekreuzigt worden, gestorben und auferstanden ist, Häuser des ewig lebenden Christus. Denn es sind diese Häuser, in denen der verzweifelte, von allen Götzen, verratene Mensch unserer Tage Zuflucht, Trost und Erlösung findet; Befreiung von all den irdischen Göttern, die sein Herz in Beschlag genommen haben, der Ökonomie, der Ideologie, der Philosophie, der Metaphysik und allen übrigen „leeren Täuschungen“ (vgl. Kol 2,8) der gegenwärtigen Zeit „voller Trug“ (Akathistos der Gottesgebärerin).
Vom Ökumenischen Patriarchat aus, das die Mutterkirche ist, die Leid, Schmerz, Kreuz und Tod zur Gänze, aber ebenso auch die Auferstehung des Gottmenschen erlebt, richten wir an alle Kinder der Kirche unseren herzlichen österlichen Gruß, erteilen ihnen unseren Segen und küssen sie mit dem Kuss der Liebe Jesu Christi, des von den Toten Auferstandenen, der ewig lebt und den Menschen lebendig macht. Ihm sei die Herrlichkeit, die Macht, die Ehre und die Anbetung samt dem Vater und dem Heiligen Geist in Ewigkeit. Amen.
Ostern 2009
+ Patriarch Bartholomaios von Konstantinopel
Euer aller inständiger Fürbitter bei Christus, dem Auferstandenen
ΓΑΛΛΙΚΑ
BARTHOLOMAIOS
PAR LA GRÂCE DE DIEU
ARCHEVÊQUE DE CONSTANTINOPLE – NOUVELLE ROME
ET PATRIARCHE OECUMÉNIQUE
À TOUT LE PLÉRÔME DE L’ÉGLISE
GRÂCE, PAIX ET MISÉRICORDE
DU GLORIEUX ET RESSUSCITÉ CHRIST SAUVEUR
Frères et enfants aimés en le Seigneur,
CHRIST EST RESSUSCITÉ !
C’est avec tristesse que l’Humanité devait entendre un jour du XIXème siècle, de la bouche du philosophe tragique, que : « Dieu est mort ! Nous l’avons tué … nous tous, sommes ses assassins … Dieu restera mort ! Qu’est-ce donc qu’une église, si ce n’est la tombe et le monument funéraire de Dieu? »[8] Et puis, quelques décennies plus tard, de la bouche d’un collègue plus récent, que : « Dieu est défunt ! Je vous annonce, messieurs, le décès de Dieu ! »[9]
Ces déclarations de philosophes athées ont bouleversé les consciences des hommes. Une grande confusion s’ensuivit dans le domaine de l’esprit et de la littérature, des arts et même pendant un certain temps de la Théologie où, surtout en Occident, il fût même question de « Théologie du décès de Dieu ».
L’Eglise, en vérité, n’a jamais eu et n’a aucun doute sur la mort de Dieu. Cela se produisit en l’an 33 ap. JC sur la colline du Golgotha de Jérusalem, sous le règne de Ponce Pilate, gouverneur romain de Judée. Ayant souffert de manière atroce, il fut crucifié tel un criminel et, à la neuvième heure du vendredi, il rendit son esprit en s’écriant « C’est terminé ! ». Cela est une réalité historique indéniable.
Le Fils Unique et Verbe de Dieu, Jésus Christ, le Vrai Dieu, est mort « pour tous » les hommes ! [10] Alors qu’il avait endossé toutes nos caractéristiques : corps, âme, volonté, énergie, peine, angoisse, douleur, tristesse, plainte, joie, tout excepté le péché ; il se chargea en dernier lieu de ce qui est le plus important pour nous, à savoir la mort, et surtout sous sa forme la plus douloureuse et humiliante : la Croix. Jusque là, nous sommes d’accord avec les philosophes. Nous accepterons encore que les églises, les temples sont les « tombeaux », les « monuments funéraires » de Dieu!
Mais voilà … nous, le Dieu mort, nous savons qui Il est, nous vivons avec Lui et nous le vénérons comme « le mort détenteur du principe de la vie » ! Quelques heures après le terrible vendredi, à l’aube du premier jour de la semaine, du dimanche, eut lieu l’événement, finalité du projet divin à travers l’Incarnation, la Souffrance, la Crucifixion et la Descente aux enfers : la Résurrection !... Et cela, la Résurrection, c’est également une réalité historique indéniable ! …
Et cette réalité a des répercussions directes et salvatrices sur nous tous. Le Fils de Dieu est ressuscité, Lui qui est aussi Fils de l’Homme ! Dieu est ressuscité avec tout ce qu’il a endossé de l’Humanité : le Corps, qu’il a reçu du sang immaculé de la Toute Sainte Théotokos, et Son âme Sainte.
Il est ressuscité d’entre les morts, « ressuscitant toute la race d’Adam par amour des hommes » ! Le tombeau de Jésus, le « nouveau monument » de Joseph, est désormais à jamais vide ! Au lieu du monument mortuaire, c’est un monument de victoire contre la mort, c’est une source de vie ! L’Intelligible Soleil de Justice s’est levé « du tombeau, resplendissant », offrant lumière perpétuelle, paix, joie, repos, vie éternelle ! Oui, les églises sont les « tombeaux » de Dieu !
Mais des Tombeaux vides, illuminés, remplis « d’odeurs de vie »[11]et de parfum printanier pascal, débordants de beauté, charmants, ployant sous les myrtes de gloire et les fleurs à l’espoir tangible, tombeaux à contenant de vie et source de vie ! La mort de Dieu a modifié les forces de l’enfer, la mort a été réduite à un simple épisode qui introduit l’homme de la vie à l’Existence. Les églises, les « tombeaux » de Dieu, sont les portes largement ouvertes de l’amour de Dieu, les entrées béantes des Épousailles de Son Fils, qui tel « un Époux est sorti du Tombeau » et les fidèles qui y entrent, « de la Mort célébrent la mise à mort, de l’Enfer la destruction, le début de l’éternelle vie, et chantent dans l’allégresse son auteur, car il est le Dieu de nos Pères, à lui seul bénédiction et haute gloire »[12
Heureusement donc que Dieu est mort ; et Sa mort est devenue notre vie et notre résurrection ! Heureusement qu’il existe tant de Ses monuments de part le monde, tant de saintes églises, dans lesquelles peut entrer librement celui qui souffre, celui qui est fatigué et l’homme inconsolé, afin qu’il dépose le fardeau de sa peine, de son angoisse, de sa peur et de son insécurité, qu’il « se débarrasse » de sa mort ! Heureusement qu’il existe des églises du Christ Crucifié, Mort, Ressuscité et éternellement Vivant, où l’homme aujourd’hui désespéré , celui qui est trahi par toutes les idoles, par tous « les protecteurs » qui lui ont kidnappé son cœur, c’est-à-dire la Finance, l’Idéologie, la Philosophie, la Métaphysique et toutes les autres « duperies creuses »[13] du présent siècle « trompeur »[14], y trouve refuge, consolation et salut.
Du Patriarcat Œcuménique, la Mère Eglise qui vit dans sa totalité la Passion, la Douleur, la Croix et la Mort mais aussi la Résurrection du Dieu fait Homme, nous adressons du fond du cœur à tous les enfants de l’Eglise, salutation pascale et bénédiction, vous embrassant dans l’amour de Jésus Christ ressuscité d’entre les morts, éternellement vivant et vivifiant pour l’homme. A Lui la gloire, la puissance, l’honneur et l’adoration avec le Père et le Saint Esprit, dans les siècles. Amen
Sainte Pâque 2009
† Bartholomaios de Constantinople
fervent intercesseur pour vous tous
auprès du Christ Ressuscité
ΡΩΣΙΚΑ
ВАРФОЛОМЕЙ
МИЛОСТИЮ БОЖИЕЙ АРХИЕПИСКОП КОНСТАНТИНОПОЛЬСКИЙ
НОВОГО РИМА И ВСЕЛЕНСКИЙ ПАТРИАРХ
ВСЕЙ ПОЛНОТЕ ЦЕРКВИ
БЛАГОДАТЬ, МИР И МИЛОСТЬ ВОСКРЕСШЕГО ВО СЛАВЕ СПАСА
НАШЕГО ИИСУСА ХРИСТА
Любимые и желанные братья и чада о Господе,
ХРИСТОС ВОСКРЕСЕ!
В XIX-м веке человечество услышало угрюмо из уст трагического философа, что «Бог умер! Мы его убили. Мы все его убийцы. Бог останется мертвым! Чем же еще являются эти церкви, если не могилами и надгробиями Бога?».[15] А несколько десятилетий позже, из уст другого философа человечество услышало: «Бог умер! Господа, я объявляю вам смерть Бога!».[16]
Эти заявления философов-атеистов потрясли сознания людей. И смятение воцарилось не только в литературе и в искусстве, но и в богословских кругах, в которых стали говорить, в основном на Западе, даже о «Теологии смерти Бога».
Естественно Церковь никогда не сомневалась в том, что Бог умер.
Это имело место в 33-м году на Голгофе в Иерусалиме, во времена Понтия Пилата правителя Иудеи, после того, как Он перетерпел неслыханные Страсти, Он был распят как преступник, и около девятого часа в пятницу, сказав «Свершилось!» предал дух! Это бесспорная историческая реальность.
Единородный Сын и Слово Божие, Иисус Христос, истинный Бог, умер «за всех» людей![17] После того, как Он принял все наше: тело, душу, волю, энергию, тягость, тревогу, боль, печаль, сетование, радость… все кроме греха, Он, в конце концов, принял и нашу самую большую проблему – смерть.
Причем Он принял самую мучительную и унизительную форму смерти, т.е. смерть на Кресте. До сих пор мы согласны с философами. Мы даже согласимся с тем, что церкви, храмы – это «могилы», «надгробия» Бога! Однако…! Мы знаем, переживаем и покланяемся умершему Богу, как «был еси мертв, Живоначальниче»!
Немного времени спустя после страстной пятницы, заутра еще сущей тьме «во едину от суббот», в воскресенье, произошло то, ради чего и осуществилось через воплощения и страстей, и Креста, и сошествие в ад: Божия икономия – Воскресенье…!
А это, т.е. Воскресенье, тоже является неоспоримой исторической реальностью…! И эта реальность имеет прямые и спасительные последствия для всех нас. Воскрес Сын Божий! Воскрес Бог со всеми чертами Своей человечности: с Телом, которое Он приобрел от пречистой крови Пресвятой Богородицы, и со Своей святой Душою. Он воскрес из мертвых и «воскрес всенародного Адама як человеколюбец»!
Гроб Иисуса, «пустой гроб» Иосифа, остается навсегда пустым! Вместо гроба для мертвых он стал памятником победе над смертью, источником жизни! Взошло Солнце Справедливости, «из гроба красное», даря нам нетускнеющий свет, мир, радость, бодрость и жизнь вечную! Да, храмы – это «гробы» Бога! Но Гробы пустые, залитые светом, полны «живительным запахом»,[18] весенним пасхальным ароматом, красивые, приятные, украшены миртами славными и цветами осязаемой надежды, гробы животворные и живоносные!
Смерть Бога опрокинул силы ада; смерть превратилась в простое событие, которое ведет человека из смерти к Жизни. Церкви, «гробы» Бога, это широко открыты врата любви Бога, это раскрытые двери Брачной палаты Его Сына, который «как Жених пришел из Гроба», а входящие туда верующие «смерти празднуем умерщвление, адово разрушение, иного жития вечнаго начало, и играющие поем Виновнаго, Единаго Благословеннаго отцев Бога и препрославленнаго».[19]
Итак, хорошо, что умер Бог, и Его смерть стала нашей жизнью и воскресеньем! Хорошо, что существует столько много Его «надгробий» в мире; столько святых храмов, куда свободно может войти измученный, усталый и безутешный человек и освободиться от бремени своей боли и агонии, страха и уязвимости, и «избавиться» от своей смерти! Хорошо, что есть церкви Распятого, Умершего, Воскресшего и вечно Живого Христа, где отчаявшийся человек нашего времени, обманутый всеми идолами, всеми «ничтожными богами», ограбившие его сердце, т.е. икономию (домостроительство); обманутый идеологией, философией, метафизикой и всеми остальными «пустыми обольщениями»[20] нынешнего «обманчивого»[21] века, находит и убежище, и утешение, и спасение.
Из Вселенской Патриархии, Матери Церкви, которая переживает в полной мере Страсти, Боль, Крест и Смерть, но также и Воскресение Богочеловека, посылаем всем чадам нашей Церкви сердечное пасхальное приветствие и благословение, и обнимаем вас с любовью Воскресшего из мертвых и вечно Живого и животворящего человека Иисуса Христа. Ему подобает слава, держава, честь и поклонение, вместе с Отцом и Святым Духом во веки. Аминь!
Святая Пасха 2009
† Патриарх Константинопольский
Пламенный о всех вас молитвенник к Воскресшему Христу
[1] F. Nietzsche.
[5] Troparion of the 7th Ode, Canon of Pascha.
[6] See Col. 2.28.
[7] The Akathist Hymn.
[15] Фридрих Ницше.
[16] Жан Поль Сартр.
[17] 2 Кор., 5, 14.
[18] 2 Кор., 2, 16.
[19] Песнь 7-ая Пасхального Канона.
[20] См. Кол. 2, 8.
[21] Акафист Пресвятой Богородице.
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